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Sport e diabete

"Chi ha il diabete può fare esattamente le stesse cose che fa una persona che non ce l'ha!": questo è il chiaro messaggio dal mondo della ricerca. Infatti la storia è popolata da centinaia di insospettabili diabetici illustri. Ne citiamo solo alcuni:

  • Thomas Edison, la cui lampadina incandescente ed il fonografo sono state solo due delle mille invenzioni regalateci;
  • Ella Filzgerald, indiscutibile regina del jazz;
  • Giacomo Piccini, autore di opere indimenticabili a cavallo del ‘800 e ‘900;
  • Paul Cezanne, pittore francese vicino agli Impressionisti;
  • Carlo Levi, giornalista, pittore e scrittore;
  • Nicole Johnson, miss America 1999, insulino-dipendente dal 1993

Dopo questa premessa ci chiediamo allora: il diabetico può cimentarsi con tutto, sport compreso?

Certo che sì!

I benefici dell'attività fisica sono noti fin dall'antichità, quando Aristotele nel 250 a.C. era favorevole a questo metodo per combattere molte malattie.

Nonostante i diabetici vadano incoraggiati a svolgere attività fisica per migliorare la funzionalità cardiovascolare, per ottenere un benessere psico-fisico ottimale e per favorire i rapporti sociali, non bisogna dimenticare che l'allenamento non sempre migliora il compenso glicemico.

I soggetti trattati con terapia insulinica o con antidiabetici orali, devono fare attenzione a rischi di ipoglicemia durante o dopo l'esercizio; i soggetti con insufficiente controllo metabolico devono invece fare attenzione a iperglicemie d'esercizio.

I fattori che influenzano la risposta glicemica sono:

  • la dose d'insulina
  • la sede della somministrazione (bisogna sempre cercare di evitare di fare la somministrazione in un muscolo che poi lavora)
  • il tempo intercorso fra il pasto e la somministrazione dell'insulina rispetto all'allenamento (l'allenamento va fatto prima della somministrazione o quando il picco dell'insulina comincia a decrescere)
  • la temperatura ambientale
  • il grado di allenamento, la sua durata e la sua intensità.

Occorre quindi che il diabetico faccia attenzione ad alcune norme per la prevenzione:

  1. quando sa che deve fare dell'esercizio deve misurare la propria glicemia prima dell'esercizio, dopo l'esercizio, e se l'esecizio si protrae oltre il tempo programmato, bisogna misurarla anche durante l'esercizio;
  2. se la glicemia è superiore ai 250 mlg o inferiore ai 100, non si deve fare l'esercizio, ma occorre prima sistemare la glicemia, poi programmare l'esercizio;
  3. portare con sé sempre un po' di zucchero per evitare brusche ipoglicemie;
  4. evitare di sottoporsi ad attività fisiche con incrementi di pressione eccessivi, con sovraccarichi di peso e conscuotimento continuo del capo.

Qualche esempio di atleti diabetici: il vincitore della gara dei 1500 metri piani (disciplina molto tosta) alle Olimpiadi di Roma era diabetico; un centrocampista della nazionale Inglese di calcio è diabetico di tipo 1.

Nel 2002 si è corsa la Maratona di Roma alla quale hanno partecipato 1400 atleti diabetici americani, il primo dei quali si è piazzato 14° a circa 10 minuti dal vicitore.

Significativa è pure l'impresa di un gruppo di ragazzi alpinisti diabetici che sono arrivati all'altezza di 7000 metri, a dimostrazione del perfetto equilibrio raggiunto (portavano una maglietta con la scritta "il paziente non è adatto alla pratica dell'alpinismo").

Tutto ciò è possibile solo con un perfetto equilibrio metabolico e con un buon autocontrollo sulla glicemia.

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